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Racconti macabri

«Nelle profondità dello specchio si vedeva, orribilmente definito e senza possibilità di errore, il viso di un cadavere verdastro e sfregiato, in stato di decomposizione».


Nella panorama della letteratura francese, Claude Seignolle merita un’attenzione del tutto particolare. Di lui è stata spesso sottolineata l’unicità, insistendo non solo sulla ricercatezza delle sue opere, ma mettendo pure l’accento sulla sua personalità, sul suo temperamento di scrittore che non si lascia fuorviare in alcun modo.

Tutti i racconti contenuti in questa raccolta ruotano infatti attorno a temi che lui non si è mai stancato di approfondire, con accanimento testardo e grande determinazione. La magia, il sortilegio, le maledizioni, diventano qui argomenti del quotidiano; storie di entità senza cui è impossibile vivere, tanto assillano l’uomo, fanno parte del suo essere, determinano i suoi atti e i suoi comportamenti.

Claude Seignolle è considerato tra i principali responsabili della rinascita del racconto fantastico e orrorifico francese all’indomani della scomparsa dei suoi ultimi grandi autori (Leroux, Renard…) e in un periodo in cui sembrava che il genere avesse perso quasi del tutto i favori del grande pubblico. Ma il Diavolo non lo si può tenere lontano e zitto per troppo tempo, ha solo bisogno di entrare in comunione con uno scrittore abbastanza temerario, un uomo capace di siglare con lui un patto tanto audace quanto tremendo. Un’uomo, così si dice, proprio come lo è stato Claude Seignolle.

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Claude Seignolle è nato il 25 giugno 1917 a Périgueux, in Francia.

Per tutta la sua lunga vita è stato animato da un’intensa curiosità: affascinato dalle leggende raccontate dalla nonna Marie Audebert, si avvicina ai misteri del passato, scoprendo nuovi confini della paura dove il Diavolo regna sovrano.

All’età di nove anni si trasferisce a Parigi, ma non perde però la sua fascinazione per la campagna, la natura e le vestigia di un tempo che fu. A soli sedici anni entra nella Société Préhistorique Française, dove conoscerà l’antropologo folclorista Arnold Van Gennep; questi lo prenderà sotto la propria ala e lo incoraggerà nella sua ricerca sul territorio, quando per anni girerà le campagne in bicicletta raccogliendo informazioni su tradizioni e superstizioni popolari e ripercorrendo persino i passi di Stevenson.

Durante la Seconda Guerra Mondiale viene fatto prigioniero e deportato in Germania; liberato per motivi sanitari, farà tesoro delle sue avventure, che finiranno immancabilmente nei suoi scritti. Grande collezionista di manoscritti autografi – da Voltaire, a Rousseau, a Stendhal – ne trae ispirazione per opere che spaziano dal viaggio avventuroso alle inchieste etnografiche delle province francesi, alle creature fantastiche delle credenze popolari.

Muore il 13 luglio 2018 a Châtenay-Malabry, dopo aver vissuto più di un secolo.

Traduzione di Luca Fassina

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14.00 13.30

Bizarre 6 - Formato: 13 x 19 cm
Pagine: 230 - Brossura
ISBN: 978-88-85772-33-5